All’interno del campo “istruzione”, l’argomento del giorno è rappresentato dalla cosiddetta “didattica a distanza”. Due parole che, a cavallo delle note vicende del Covid19, hanno fatto una vera e propria irruzione nella vita della scuola, portando con sé, da parte dei docenti, un corteo di timidi tentativi, slanci, reazioni viscerali, paure di una trasformazione delle modalità della trasmissione culturale conosciuta e vissuta da insegnanti, alunni, famiglie, comuni cittadini.
Un fantasma sullo sfondo: il timore di perdere il ruolo diretto e in presenza.
Sono stata insegnante di scuola elementare e di lettere nella scuola media (allora si chiamavano così), direttrice didattica e dirigente scolastica. Sono stata e sono formatrice di migliaia d’insegnanti.
Ho coltivato e coltivo un grande interesse per l’infanzia e, attraverso i bambini, le loro parole, i loro corpi, i loro atteggiamenti ho avuto l’opportunità e la fortuna di ripercorrere le meraviglie e i drammi dell’imparare a esserci, a vivere, con altri, grazie ad altri, nonostante altri… Insomma, ho imparato e, nonostante l’età, continuo a imparare e a “imparare a imparare”.
Impossibile esercitare il ruolo di formatrice senza riflettere, senza avere una buona base di partenza nella chiara consapevolezza di cos’è la didattica.
Impossibile parlare di didattica a distanza senza avere un chiaro quadro della semantica articolata e complessa che si cela all’interno di questa parola.
Questo primo articolo è dedicato ad alcuni approfondimenti su questo tema che saranno seguiti da un confronto tra didattica in presenza e didattica a distanza, confronto che sarà effettuato sulla base delle definizioni presentate. Il tutto sarà volto alla ricerca delle caratteristiche peculiari ed esclusive delle due modalità di approccio, all’analisi della modalità comuni e specifiche del loro funzionamento, dei valori e delle problematiche e, conseguentemente, delle necessarie compensazioni/integrazioni.
Possibili sintetiche definizioni di didattica (a prescindere da condizioni di presenza o distanza):
- La didattica rappresenta lo specifico professionale dei docenti (il cui esercizio è costituzionalmente tutelato).
Il lavoro docente non è costituito solo dalla conoscenza delle tematiche oggetto d’insegnamento, ma dalla capacità di trasformare le stesse in oggetto di apprendimento. Molte persone colte conoscono a fondo il campo di loro pertinenza, ma non hanno capacità di spiegarle a chi non è del settore.
- La didattica è la forma di esercizio del ruolo sulla base di una competenza accertata tramite opportune forme di selezione e, dovremmo dire, di formazione. Competenza che può essere descritta in termini di un potere definito e distinto che rende il soggetto titolare di quel potere e delle responsabilità connesse, sulla base di una specifica attribuzione.
La competenza didattica comporta l’utilizzo della scrittura da parte del docente che deve annotare e registrare quello che l’alunno dice e fa.
- La didattica è la tecnologia specifica di esercizio del ruolo docente e riguarda quindi: soggetti coinvolti, materiali, procedure, tecniche, strumenti, processi, tempi e spazi - in una parola l’organizzazione - in funzione di scopi all’interno di vari contesti interni ed esterni.
- La didattica è un mezzo d’indirizzamento.
Indirizzamento verso cosa? Verso mete socialmente definite (Indicazioni Nazionali) declinate alla luce della così poco utilizzata autonomia delle istituzioni scolastiche, sulla base delle scelte curricolari e programmatorie ai diversi livelli (PTOF, curricolo, vari livelli di programmazione, progetti, ecc.)
- La didattica è la sede della trasformazione d’intenzionalità educative in scelte professionali che realizzano il potere assegnato, ovvero, a fronte delle caratteristiche del ruolo definite dal contratto nazionale di lavoro e dalla normativa in merito, la didattica deve saper trasformare intenzioni (es: vorrei che i bambini si appassionassero di più alla lettura) in opportune scelte di organizzazione in grado di realizzare quanto dichiarato.
È difficile sostenere di voler appassionare i bambini alla lettura e poi usare gli striminziti e stereotipati raccontini dei libri di lettura…
- La didattica è un punto di mediazione tra contenuti disciplinari, culturali, processi d’insegnamento, processi d’apprendimento e socializzazione.
Saper insegnare è fatto dalla capacità di trasformare un contenuto dato in oggetto che tiene conto delle diverse modalità di apprendimento degli alunni, delle fragilità individuali, dello stato del rapporto alunno/scuola in quel momento, delle diversità culturali, sociali, economiche, antropologiche.
- La didattica è un potere disciplinare inteso come regolazione, disciplinamento di corpi, spazi e tempi.
Questo spunto di riflessione mi deriva dalle letture di Michel Foucault che fa riferimento al potere che l’istituzione ha nei confronti di corpi che, quando operano al suo interno, sono soggetti a forme di disciplinamento che riguardano orari, tempi e modalità di alternanza del lavoro e spazi di svolgimento delle attività.
- La didattica consiste anche nella capacità di trasformare un oggetto cognitivo in oggetto di valore.
Ho inserito questo aspetto per ultimo per sottolinearne l’importanza. Parliamo di didattica come capacità di motivare gli alunni, come motore che spinge verso una cultura voluta, desiderata e non semplicemente imposta dall’occupazione del ruolo di studente che ha il dovere d’imparare.
Tutti noi combattiamo, in modi diversi, per le cose che ci stanno a cuore.
Tutte le favole, si potrebbe dire tutte le forme di narrazione, vivono di avventure affrontate dai protagonisti per conquistare l’oggetto di valore desiderato (una donna, un regno, un oggetto, una condizione).
Queste sintetiche definizioni del significato e del ruolo della didattica nei processi d’insegnamento/apprendimento saranno seguite da un articolo riguardante gli obiettivi presenti nelle Indicazioni, riletti alla luce delle recenti trasformazioni, costituenti prezioso riferimento per il lavoro docente.
Date queste due premesse di base, cercheremo di capire se e come la didattica a distanza risponde alle nostre definizioni e come può declinare i vari aspetti che dotano di senso l’esperienza scolastica, in un contesto di cambiamenti così radicali.
Questo ci porterà a esplorare somiglianze, differenze, possibilità, limiti, condizioni di fattibilità, compensazioni necessarie per un uso ragionato di una didattica a distanza nella scuola primaria, secondaria di 1° e infanzia.
Iole Ottazzi
ioleottazi@gmail.com