SEMINARIO NAZIONALE SULLA FORMAZIONE IN SERVIZIO - FIRENZE, 3 FEBBRAIO 2016 - RESOCONTO (a cura di Gennaro Lopez)
La nota del MIUR n. 35 del 7 gennaio 2016 ("Indicazioni e orientamenti alle scuole per la definizione del Piano Triennale per la Formazione del Personale"), è stata emanata sulla scorta di quanto stabilito dalla legge 107/'15, che al comma 124 stabilisce che "la formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale". Ogni scuola deve individuare le attività formative sulla base del "Piano nazionale di formazione", predisposto ogni tre anni dal MIUR, e in coerenza con il piano triennale dell'offerta formativa e i relativi piani di miglioramento (si veda il comma 12 della legge citata).
Pur in assenza del Piano nazionale, che la legge prevede venga adottato previa consultazione delle organizzazioni rappresentative della categoria, la nota del MIUR preannuncia i temi strategici, a partire dai quali saranno definite le linee nazionali del Piano Triennale:
- le competenze digitali e per l'innovazione didattica e metodologica;
- le competenze linguistiche;
- l'alternanza scuola-lavoro e l'imprenditorialità;
- l'inclusione, la disabilità, l'integrazione, le competenze di cittadinanza globale;
- il potenziamento delle competenze di base, con particolare riferimento alla lettura e comprensione, alle competenze logico-argomentative degli studenti e alle competenze matematiche;
- la valutazione.
Inoltre, le azioni nazionali saranno rivolte alla formazione di particolari "figure strategiche" legate al Piano nazionale scuola digitale e all'inclusione o di "docenti in grado di accompagnare i colleghi nei processi di ricerca didattica, formazione sul campo, innovazione in aula". Le iniziative di formazione si riferiranno ai docenti, al personale tecnico-amministrativo, ai dirigenti scolastici.
Luogo di elaborazione dei programmi di formazione in servizio è la comunità professionale di ogni scuola, a partire dal collegio dei docenti "nelle sue diverse articolazioni tecniche". la nota ministeriale ricorda come già il vigente CCNL preveda (art. 66) l'elaborazione di un piano di azioni formative di istituto, che potrà essere assunto nel PTOF.
Il piano di istituto dovrebbe contenere azioni formative rivolte a:
- docenti neo-assunti;
- gruppi di miglioramento;
- docenti impegnati nello sviluppo dei processi di digitalizzazione e innovazione metodologica;
- consigli di classe, team docenti, personale comunque coinvolto nei processi di inclusione e integrazione;
- insegnanti impegnati in innovazioni curricolari ed organizzative, prefigurate dall'istituto anche relativamente alle innovazioni introdotte dalla legge 107/2015;
- figure sensibili impegnate ai vari livelli di responsabilità sui temi della sicurezza, prevenzione, primo soccorso, ecc. anche per far fronte agli obblighi di formazione di cui al D. lgs. 81/2008.
La nota del MIUR auspica che siano pienamente valorizzati "il ruolo delle associazioni professionali e disciplinari dei docenti, la collaborazione con il sistema universitario, il contributo di enti locali, fondazioni, istituti di ricerca, l'apporto di soggetti qualificati e accreditati, pubblici e privati e delle relazioni sindacali sviluppate così come previsto dalla normativa vigente".
Le iniziative di formazione saranno sostenute dalle risorse della legge 107/'15, da quelle del PON "Per la Scuola", da altri finanziamenti MIUR, come quelli previsti dalla ex legge 440. Su questo punto il MIUR si impegna a "fornire un quadro esaustivo e coordinato delle diverse filiere progettuali e finanziarie che potranno completare il quadro delle risorse a disposizione di ogni scuola, sia direttamente che indirettamente, tramite partecipazione a piani nazionali".
La relazione introduttiva ai lavori del seminario (il cui sviluppo si può utilmente seguire consultando le slides allegate) ha, pertanto, preso le mosse dai sopra citati contenuti della nota ministeriale 35/'16 per approfondirne gli aspetti più immediatamente riconducibili al ruolo e ai compiti di un'associazione professionale come Proteo. In particolare, si è voluto sottolineare come, in un'ottica di crescita professionale, la formazione in servizio rientra pienamente nella cosiddetta "formazione continua" che, riguardando tutti, non può non riguardare in modo specifico chi svolge funzioni di insegnamento. Rientra, d'altra parte, tra gli obiettivi prioritari e strategici di Proteo il compito di promuovere attitudine all'aggiornamento, alla crescita professionale, alla sperimentazione, all'innovazione didattica, alla ricerca. Ci sembra anche questa la via da percorrere per affermare una certa idea di autonomia scolastica (e dunque di scuola), tutt'affatto diversa da quella organizzativistica, burocratica ed ora anche gerarchica, che ha finito per affermarsi lungo tutti questi anni di applicazione della legge 275/'99. Per un'autonomia, dunque, che possa "riabilitare", su un terreno più avanzato, la libertà di insegnamento e, soprattutto, non entrare in contraddizione con quanto sancito dall'art. 33 della Costituzione.
Proteo Fare Sapere, nella consapevolezza che l'impegno su questo terreno rappresenta oggi una vera e propria "sfida", dinnanzi alla quale non avrebbe senso ritrarsi, intende comunque interpretare in termini di "opportunità" la nuova pagina che sembra debba aprirsi in tema di formazione professionale e, in particolare, di formazione in servizio. Ci sembra che sia opportuno seguire i ritmi triennali previsti per il Piano nazionale e per i PTOF delle scuole; è, comunque, utile adottare il metodo della programmazione pluriennale per promuovere, come intendiamo fare:
- cicli di apprendimento permanente destinati ai docenti per una formazione fondata su continuità e organicità;
- riflessione ricorrente sulle pratiche didattiche (in chiave di esperienze seminariali e laboratoriali);
- proposte/progetti di ricerca-azione, anche nella dimensione delle "reti" di scuole, al fine di studiare i rapporti scuola-territorio per l'individuazione dei bisogni formativi e per il contrasto alla dispersione scolastica.