Associazione professionale Proteo Fare Sapere

La valutazione descrittiva nella scuola primaria: quale formazione per un reale passaggio dalla normativa alle pratiche educative?, di Carla Zanasi

08 aprile 2021 Nazionale

Si è da poco conclusa la prima fase del piano di formazione avviato dal Miur per accompagnare le scuole primarie nell’attuazione di un cambiamento che potrebbe diventare importante sia nelle modalità di valutazione che nell’avvio di una riflessione sull’intero processo di insegnamento-apprendimento. Può essere quindi interessante una prima ricostruzione di un percorso che, per modi, tempi e contenuti, può essere considerato un’esperienza significativa di formazione allargata in ambiente digitale, su cui iniziare qualche riflessione per aprire un confronto, tra opportunità e criticità, sulla futura formazione in generale.

Come ormai tutti sappiamo, il 4 dicembre 2020 è stata pubblicata l’Ordinanza Ministeriale n. 172 - che prevede la valutazione periodica e finale degli apprendimenti delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria espressa attraverso un giudizio descrittivo riportato nel Documento di valutazione e riferito a differenti livelli di apprendimento - con le allegate Linee guida.
Gli insegnanti del primo ciclo si erano dal 2008, forse troppo facilmente, abituati ai voti e i nuovi assunti non sono stati contaminati dalla precedente cultura della valutazione formativa. A parte alcune isole felici in cui gli insegnanti hanno continuato a lavorare in modo collegiale, a fare ricerca metodologica, a sperimentare modalità attive di insegnamento, il tema della valutazione, come strumento di professionalità e di orientamento del progetto educativo, è rimasto abbastanza latente anche dopo le Indicazioni Nazionali 2012 e i Nuovi scenari del 2018 che, in un’ottica di progettazione per competenze, sottolineano fortemente il valore formativo della valutazione. Nonostante le Associazioni professionali e i gruppi di docenti che continuavano a studiare e a mettere in pratica azioni per una valutazione non giudicante, richiedessero da tempo l’abolizione dei voti, è stata paradossalmente la DaD del primo lockdown, a cui le scuole non erano preparate, ma di cui gli insegnanti si sono fatti carico con grande impegno, a far sentire l’assurdità dei voti per una scuola che voleva stare vicino, includere tutti senza classificare. Però neppure il Decreto 22/2020, convertito in Legge 6 giugno 2020, n. 41, che aveva finalmente abolito i voti, sembrava aver suscitato particolari attese.
La nuova normativa aveva avuto tempi molto ristretti, presentava elementi di criticità, arrivavano voci discordanti e confusive dall’interno del ministero e soprattutto non c’era stata alcuna consultazione all’interno delle scuole. Ancora una volta un tema di questa portata veniva “calato dall’alto”.
In ambiente associativo e sindacale, si è temuto il rischio di una forte opposizione, se non proprio nella sostanza della normativa, sicuramente per l’inopportunità del momento, particolarmente difficile a causa della pandemia, e ad anno scolastico già iniziato. Il processo si preannunciava da subito lungo e difficile, proprio per la non semplice attuazione del cambio di prospettiva che viene richiesto in tema di valutazione: non giudicante per i bambini, ma orientante per l’insegnante. Si temeva una interpretazione al ribasso dell’intera operazione, che avrebbe potuto ridurre il tutto a una semplice, e persino pericolosa, nonchè da più parti sponsorizzata, trasformazione dei voti in giudizi, magari attraverso piccole modifiche ai registri elettronici.
E gli scrutini del primo quadrimestre incombevano!
Se questo non è avvenuto e se le scuole, nella loro autonomia e nelle loro diversità, si sono attivate può essere merito della scelta di accompagnare da subito la normativa con azioni di formazione adeguate, che hanno fatto sentire dirigenti e docenti sostenuti e accompagnati? Oltre, naturalmente, alle tante azioni di supporto di associazioni e sindacati.

Una prima lettura delle caratteristiche del percorso formativo

TEAM
La scelta del Ministero è stata quella di affidare sia l’elaborazione delle Linee guida che la progettazione e la gestione dell’intero processo di accompagnamento a un gruppo di esperti con una buona conoscenza della realtà della scuola, grazie alla lunga esperienza di ricerca, formazione, lavoro sul campo su un tema così difficile come quello della valutazione.
Il team, coordinato dalla prof.ssa Elisabetta Nigris, è composto da persone che hanno esperienze e competenze diverse e complementari: rappresentanti dell’università e della ricerca, dirigenti scolastici, dirigenti tecnici e docenti che sperimentano già da tempo la valutazione descrittiva. Sia nella fase di elaborazione delle Linee guida che dell’ideazione e attuazione del complesso progetto di formazione e accompagnamento delle scuole, questa molteplicità di punti di vista è stata fondamentale per un approccio non autoreferenziale, ma multiprospettico.
Probabilmente le maestre e i maestri hanno riconosciuto l’autorevolezza di chi ha alle spalle un lavoro di riflessione e ricerca sul campo, si sono riconosciuti in un metodo di lavoro collegiale, in cui l’apporto di tutti è importante, hanno sentito amichevole il linguaggio, che è quello della scuola, hanno trovato risposte alle loro domande. Gli insegnanti, chiamati a un cambiamento culturale e professionale molto impegnativo, hanno anche riconosciuto l’impegno, lo sforzo, la fatica profusi da tutti i formatori-esperti e in questo hanno vista riconosciuta la propria dignità professionale.

TEMPESTIVITÀ
Il 15 dicembre l’Ordinanza e le Linee Guida sono state presentate in una Conferenza online rivolta ai dirigenti scolastici e ai coordinatori didattici delle istituzioni del sistema
nazionale di istruzione, ai direttori degli Uffici scolastici regionali, ai dirigenti tecnici, ai presidenti dei corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria, alle Organizzazioni
sindacali e alle Associazioni professionali della formazione. Già l’11 era stato aperto, sulla pagina di istruzione.it dedicata all’accompagnamento dell’innovazione, un apposito form attraverso il quale raccogliere quesiti che avrebbero poi alimentato la sezione delle FAQ.
A gennaio, alla ripresa delle attività scolastiche dopo le festività natalizie, la Nuova Valutazione è stata presentata ai dirigenti scolastici, il cui ruolo è fondamentale per sostenere e monitorare l’intero percorso, e ai docenti. In tutti i webinar era prevista la possibilità per i partecipanti di fare domande o commenti attraverso le chat. L’obiettivo era quello di mettere le scuole in grado di affrontare la valutazione periodica ormai imminente nel modo migliore possibile in base alle loro singole situazioni, senza farsi prendere dall’ansia da prestazione, ma comunque incominciando con calma a fare qualche passo nella direzione giusta.
A valutazione periodica conclusa, la formazione ha assunto un respiro più ampio, affrontando i problemi che nel frattempo le scuole avevano segnalato, entrando nel merito
del percorso che stavano facendo e approfondendo singoli aspetti del processo valutativo in stretta correlazione con i processi di insegnamento e apprendimento. (v. Scheda tecnica Miur)
Il Piano delle attività formative prevede anche, in modo lungimirante e responsabile, percorsi ad hoc per i neoassunti e per studenti e laureati di Scienze della Formazione Primaria.

N.B. I due webinar di gennaio sono stati visti da 160.000 persone fra la piattaforma Teams e YouTube; non quantificabili quanti si sono collegati sui tanti canali collaterali che si erano aperti. I tre fra febbraio e marzo da 25.000 a 50.000 circa.

TRASPARENZA
Tutti gli interessati, anche i non addetti ai lavori, hanno avuto la possibilità di ascoltare in diretta, riascoltare attraverso le registrazioni e accedere a tutti i materiali presentati. Tutti i relatori hanno lasciato la loro mail a cui chiunque poteva indirizzare domande, dubbi, suggerimenti. Le domande ricorrenti e le relative risposte sono confluite nelle FAQ sul sito del Ministero, molto utilizzate per affrontare i problemi, ma anche per tranquillizzare in situazioni di panico da cambiamento, e utili al team per capire cosa stava succedendo nelle scuole e focalizzare meglio gli interventi successivi. E questa possibilità di dialogo e il sentirsi ascoltati e rassicurati hanno aiutato i docenti a non sentirsi abbandonati nell’affrontare un’impresa complessa per la quale non tutti si sentivano preparati.

TRASVERSALITÀ
Contrariamente a quanto si poteva pessimisticamente prevedere, la nuova normativa ha messo in campo grandi energie e la risposta dei docenti è stata decisamente alta in tutte le iniziative messe in atto, sia quelle istituzionali che quelle di altri enti e di associazioni che da anni operano accanto e con le scuole. L’incrocio tra osservazione,
documentazione e riprogettazione, quali elementi di professionalità da potenziare, si è evidenziato come aspetto strategico sul quale riflettere ulteriormente in termini di collegialità e di continuità almeno all’interno degli istituti comprensivi.
Il tema della valutazione si è incrociato anche con quello della DaD, che aveva riaperto un dibattito molto allargato sulla scuola e il suo ruolo inclusivo per tutti, fondamentale per la tenuta di un sistema democratico.
Già durante il primo lockdown, che aveva colto molti impreparati ad affrontare nuove forme di didattica attraverso le tecnologie, si erano avviate azioni di supporto alle scuole.
Proteo aveva aperto una rubrica “Vicini alla scuola” con pillole di riflessioni, fra cui quella sulla valutazione non giudicante, finalizzata al miglioramento dei processi di insegnamento-apprendimento.
“Bicocca con le scuole”, su una piattaforma dedicata, aveva già sperimentato il metodo del confronto fra docenti col supporto di un facilitatore, della raccolta di esperienze
significative, della riflessione sul percorso di apprendimento e sulle modalità per rilevarne le evidenze, osservarle e descriverle.
Da sottolineare lo scambio e il confronto tra scuola e università (in particolare i docenti di Scienze della Formazione Primaria), attraverso iniziative di ricerca e formazione in ambito didattico.

Qualche riflessione e qualche proposta
-Intorno al cambiamento valutativo sembra essersi costruito un clima di condivisione, forse anche grazie a una rinnovata attenzione per la funzione della scuola e alla necessità di cambiamenti che la pandemia ha fatto emergere con forza. Le decisioni del Parlamento prima e del Ministero poi sono state sostenute dall’impegno di tutte le associazioni professionali della scuola, che avevano fortemente richiesto il superamento del voto decimale. Si segnala qui il documento congiunto
AIMC - CIDI - MCE - PROTEO FARE SAPERE del 7 Gennaio 2021
, "Cambiamo la valutazione dell’apprendimento": Con l’emanazione delle linee guida per la formulazione del giudizio descrittivo nella valutazione periodica e finale della scuola primaria, conseguente alla legge n.41 del 6 giugno 2020, si apre un processo nuovo nella scuola che promuove una cultura della valutazione formativa, coerente con l’ottica del curricolo verticale di istituto e oggi, dopo mesi di perdurante pandemia, necessaria come approccio alle relazioni educative nella scuola.

Nei giorni successivi è stato pubblicato un documento più articolato e definito rispetto alle problematiche e agli impegni specifici che attendono i docenti.
Dare valore all'apprendimento e alla professione insegnante. Una bussola per orientarsi: L’abolizione del voto numerico nella scuola primaria rappresenta un risultato positivo di quella parte di insegnanti e del mondo della scuola che ha sostenuto le richieste delle associazioni professionali. Una richiesta che mirava a rimettere al centro l’obiettivo di una scuola di base inclusiva, capace di realizzare il dettato costituzionale attraverso una qualificata e adeguata proposta didattica, in grado di consentire a tutti gli alunni i migliori esiti possibili in termini di apprendimento.

FLC CGIL e Proteo hanno, sia prima che dopo l’emanazione delle nuove norme, tenuta viva l’attenzione sul tema della valutazione, attraverso webinar, corsi e documenti. (v. Scheda tecnica Proteo)

- L’ambiente digitale, che si temeva potesse essere un elemento di difficoltà, ha invece avuto una funzione importante di diffusione, in sincrono e asincrono, fra moltissimi docenti. La possibilità di rivedere i webinar e di avere a portata di mano tutti i materiali utilizzati dai relatori può essere una grande opportunità per i docenti in servizio, ma anche per quanti si stanno preparando a diventarlo. Forse, su questo aspetto, si potrebbe anche fare qualche indagine?

- Il punto più qualificante della proposta formativa è stato il fatto che le relazioni non provenivano da singoli che, per quanto individualmente bravi, sono portatori di uno sguardo unico, ma che tutta la proposta è stata fatta emergere da un importante lavoro di confronto e condivisione fra i formatori, sia nel merito degli argomenti che, ancora più importante, sulla metodologia, anche comunicativa, adottata. Fondamentale è stato l’ancoraggio alla scuola reale.
Possono questi diventare punti di attenzione anche per la formazione di Proteo?

- Partendo dalle considerazioni precedenti, quale potrebbe essere il possibile ruolo della nostra associazione?
Un punto chiave potrebbe essere quello di un’azione di monitoraggio dei processi, in atto e futuri nelle scuole, come si è fatto rispetto all’accoglienza iniziale del provvedimento e delle modalità di organizzazione (es: Indagine Valutazione Savona) o ai bisogni e alle criticità nella seconda fase (es: Questionario Proteo Puglia). In particolare, si potrebbero rilevare e documentare le eventuali difficoltà nell’organizzazione del lavoro nelle scuole, i tentativi di affrontare in ottica verticale la valutazione formativa, punti critici nella normativa di riferimento o nella sua attuazione.
Sempre con l’obiettivo di elaborare proposte di miglioramento, ovviamente insieme alle altre associazioni e con il sindacato.
Occorre sicuramente continuare a organizzare azioni di supporto alle scuole perché il processo di riflessione sul cambiamento valutativo, ma anche, e soprattutto, sulla
riprogettazione dei percorsi di insegnamento-apprendimento (In quale contesto di apprendimento li collochiamo? Facendo riferimento a quale modello di scuola? Come mettere davvero al centro delle azioni formative i bambini?) non si areni e non diventi, come spesso è successo in passato, un mero adempimento burocratico. Ma possiamo anche pensare di provare a lavorare insieme per migliorare le nostre proposte e non disperdere le energie?

Sperando che il rinnovato interesse per la scuola da parte della società non si spenga prima.

Carla Zanasi
Formatrice Proteo Fare Sapere

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