Associazione professionale Proteo Fare Sapere
24 novembre 2022

Il PNRR, il genere, le STEM, la scuola, l’occupazione – di Patrizia Colella, Proteo Fare Sapere

CONTRIBUTO PER UNA DISCUSSIONE DI SICURO INTERESSE NEL MONDO DELLA SCUOLA

All’interno del PNRR Italia ed in particolare nel PIANO SCUOLA FUTURA la parità di genere compare molte volte e rappresenta una delle “priorità principali” in tema di inclusione sociale. Per cercare di diminuire il divario di genere, il piano agisce in due modalità: tramite investimenti diretti a favorire l’occupazione femminile, come il “fondo impresa donna”, e attraverso altri stanziamenti, come i 3,6 mld per gli asili nido e 1 mld per le scuole dell’infanzia, con il fine di ridurre gli ostacoli che complicano la partecipazione femminile al mercato del lavoro.
Tra i dispositivi diretti a favorire l’occupazione il piano prevede:
l’innalzamento della formazione professionale delle donne attraverso per esempio l’accesso alla formazione terziaria (diploma ITS) nonché il rafforzamento dell’istruzione STEM per le donne  (Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica)1.
Nel piano scuola futura l’obiettivo NUOVE COMPETENZE E NUOVI LINGUAGGI (con un budget di 1,2 mld ) si persegue esplicitamente l’obiettivo di  garantire pari opportunità e uguaglianza di genere, in termini didattici e di orientamento, rispetto alle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), alla computer science e alle competenze multi-linguistiche, per tutti i cicli scolastici, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, con focus sulle studentesse e con un pieno approccio interdisciplinare.
Con l’avvio dell’anno scolastico tutte le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione sono state chiamate, entro dicembre 2022, a definire il nuovo piano triennale PTOF (piano triennale dell’offerta formativa per il triennio  22/25)  con un richiamo esplicito a guardare agli obiettivi di SCUOLA FUTURA 4.0.
Ebbene l’iter della progettazione delle scuole per l’elaborazione dei documenti programmatici, novellato dalla legge 107/2015, include il processo di qualità e miglioramento introdotto nella scuola con il dpr. 80/2013.
Il PTOF prevede ed include un vero e proprio piano strategico di miglioramento nel quale vengono definite le priorità strategiche e i traguardi quantitativi (in termini di esiti) ad essi collegati e che la scuola intende perseguire nel triennio di riferimento.
Alcuni dei PTOF –  piani triennali di intenti e impegni – dichiareranno tra gli obiettivi prioritari l’intenzione di perseguire la parità riducendo il proprio gap di genere nelle STEM definendo  un traguardo quantitativo?
Poco probabile!
Le criticità e i traguardi di miglioramento vengono definiti nelle scuole a partire da un percorso guidato fondati sui  dati restituiti alle scuole da INVALSI (RAV Rapporto di autovalutazione).
INVALSI fa periodicamente una operazione di grande valore di elaborazione di BIG DATA,  restituendo alle scuole un gran  numero di indicatori (alcuni sono triennali e altri annuali) che mettono a confronto la singola scuola con le medie territoriali e nazionali.
Per poter definire una priorità ed un traguardo è necessario che emerga una criticità nei dati, ma la tipologia di indicatori quantitativi come l’assenza della disaggregazione per genere impedisce di mettere a fuoco qualsiasi problema e/o distoglie lo sguardo da un problema comunque noto e richiamato a livello nazionale.
Gli indicatori quantitativi del RAV e le domande guida hanno la funzione fondamentale di indicare  alla scuola una linea di azione, dirigono lo sguardo verso una eventuale criticità.
Ebbene In nessuna sezione sono presenti dati disaggregati per genere.
Insomma una scuola secondaria di primo grado non sa come si distribuiscono per genere i suoi studenti e studentesse tra gli indirizzi delle scuole di secondo grado ed una scuola di secondo grado non sa quante studentesse sono andate verso i percorsi tecnico scientifici, e quindi può ignorare la presenza e l’ampiezza di un gap di genere nella STEM nella propria utenza, e questo a meno di non raccogliere dati personalmente.
Per esempio nella sezione
2.4.b.2 Distribuzione percentuale degli studenti immatricolati all'Università per area disciplinare
troviamo le percentuali riferite alla singola scuola per tutti gli ambiti disciplinari (14 ambiti: da scienze motorie ad architettura) e nessuna disaggregazione per genere 

In definitiva come spesso è accaduto in passato

NO DATA - NO PROBLEM - NO POLICY

Chiediamo quindi con urgenza che il Ministero dell’Istruzione e del Merito attraverso INVALSI si faccia carico di sostenere una policy completa, integrale, orientata a fornire alle scuole gli strumenti per definire un programma indirizzato  al perseguimento di uno degli obiettivi più sbandierato nel PNRR – quello di contribuire ad appianare il divario di genere.

Patrizia Colella – Associazione Proteo Fare Sapere

1Il governo intende rafforzare l'istruzione professionale, in particolare il sistema di formazione professionale terziaria (ITS) e l'istruzione STEM, con una forte priorità sulla parità di genere. Le iniziative relative al sistema scolastico sono integrate da azioni per rafforzare il collegamento tra ricerca e impresa, ad esempio attraverso il sostegno alla ricerca applicata e agli ecosistemi dell'innovazione.

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