Associazione professionale Proteo Fare Sapere
11 ottobre 2021

Sull'impostazione del Prossimo concorso ispettivo. Gli ispettori scrivono al Ministro Bianchi

Sull'impostazione del Prossimo concorso ispettivo 
Gli ispettori scrivono al Ministro Bianchi 

Pubblichiamo la lettera che alcuni ispettori di lunga esperienza hanno scritto al Ministro Bianchi. La lettera evidenzia le caratteristiche del nuovo concorso che non sono coerenti con il supporto al funzionamento e allo sviluppo dell’autonomia didattica delle scuole. Gli ispettori segnalano alcune delle criticità che anche la lettera al Ministro di Dario Missaglia aveva evidenziato. Non si devono sottrarre alle scuole le figure esperte che per anni, anche se in numero sempre più ridotto, hanno rappresentato un importante riferimento educativo e pedagogico.  La scuola non ha bisogno di aumentare i dirigenti che si occupano dell’organizzazione e dell’amministrazione delle scuole, ha bisogno di esperti che sostengano la ricerca educativa e la sperimentazione didattica.

Italo Bassotto, Franco De Anna, Raffaele Iosa, Mario Maviglia

 

Egregio Sig. Ministro,

Le scrive un gruppo di “Ispettori Scolastici” un tempo identificati come tali e per tanto tempo impegnati nel lavoro con le scuole e con il Ministero dell’Istruzione, prima di essere “riclassificati” come Dirigenti Pubblici di seconda fascia.

Abbiamo letto e discusso tra noi le nuove norme che dovrebbero regolare il prossimo concorso ispettivo e che modificano, alcune anche con possibili effetti radicali, la figura/funzione del Dirigente Tecnico con Funzioni Ispettive (questa la nuova definizione) e le modalità del relativo reclutamento.

Alcune disposizioni, e soprattutto la loro traduzione nei programmi di concorso e modalità di effettuazione delle prove, ci paiono meritevoli di attenta applicazione e sperimentazione.

In particolare, il superamento, per la scuola secondaria, della frammentazione disciplinare.
Non che quella delle discipline sia una conoscenza/esperienza/competenza non rilevante per il lavoro dell’Ispettore; ma nella nostra concreta esperienza di lavoro in stretto contatto con la operatività degli Istituti scolastici, hanno nettamente prevalso altre competenze, riducendosi quelle sulle “discipline di insegnamento” a specifici e limitati episodi.
Perciò ci sembra anche interessante, e meritevole di attenzione e sperimentazione la unificazione della struttura delle prove di concorso, e/o la loro eventuale articolazione per “cicli scolastici”.

Dubbi ed interrogativi muovono invece dal confronto tra le prospettive delineate dalle nuove norme e le esperienze di lavoro ispettivo condotte per anni in rapporto alle scuole.

Innanzi tutto, la prossimità con il contesto locale. Dal testo del provvedimento si evince una definizione del “corpo ispettivo” come una “sezione dei Dirigenti Tecnici con Funzioni Ispettive” istituita presso il Ministero dell'istruzione”.
Dunque, in prima lettura, non articolata sul piano territoriale, che invece ha costituito elemento fondamentale della nostra esperienza condotta in rapporto con la operatività concreta spesso assai differenziata delle scuole del “sistema”.
Con la affermazione della Autonomia delle Istituzioni Scolastiche il lavoro concreto de “l’ispettore” si è caratterizzato per gli aspetti di “consulenza”, “promozione dell’innovazione”, “aiuto nella gestione delle organizzazioni complesse” e nei conflitti e/o contraddizioni che spesso vi si sviluppano.
Con la costituzione del Sistema Nazionale di Valutazione quel profilo storico (“Consulere, Promovere, Inspicere”) si è progressivamente arricchito di un tratto essenziale costituito dalla Valutazione, sia pure nella fase “istruttoria” (valutazione delle scuole, dell’organizzazione, del personale).
Si tratta di uno sviluppo ancora in corso e da ampliare e articolare (non inedito: si pensi che storicamente agli ispettori della “scuola elementare” spettava anche la erogazione delle abilitazioni all’insegnamento delle maestre/i).

Personalmente abbiamo vissuto, come ispettori, la fase di costruzione della Autonomia delle Istituzioni Scolastiche come caratterizzata da un processo storico di passaggio dalla funzione autoritativa della PA (la catena di comando), alla funzione di costruzione e operatività del sistema di services (regolazione, consulenza, valutazione) necessario a supportare la funzione di indirizzo generale (politico e amministrativo) del sistema di istruzione e la (complessa) realizzazione operativa rispondente alla garanzia di condizioni di effettivo esercizio di diritti eguali per tutti i cittadini.
Da qui la sottolineatura e l’interpretazione di quei tratti specifici del profilo della attività dei Dirigenti Tecnico Ispettivi, più sopra richiamati (Consulenza, Promozione, Valutazione, supporto alle dinamiche organizzative).

Naturalmente anche il processo di costruzione della Autonomia delle Istituzioni Scolastiche, come tutti i processi storici è (è stato) un sommarsi di accelerazioni, rallentamenti, finanche controtendenze. Come segnatamente accade per tutti i “sistemi” specie quelli di grandi dimensioni quantitative e che, come la scuola, coinvolgono in sostanza l’universo delle generazioni.
In particolare, riteniamo che, rispetto alle esperienze dello statu nascenti della autonomia, vi sia stata, specie negli ultimi anni, una ripresa delle problematiche strettamente giuridico-amministrative parallela a un declinare di quelle dello sviluppo della Ricerca Educativa e del suo sistema di service capace di coinvolgere le scuole stesse come protagoniste.
E dunque un appannarsi del ruolo del Dirigente Tecnico Ispettivo in tale direzione.
In tale relativo appannarsi viene messa in discussione anche la dimensione della “terzietà” del lavoro concreto dell’Ispettore, che si sviluppa tra l’interlocuzione operativa con le scuole autonome e le funzioni di indirizzo generale del Ministero. Un valore fondamentale in particolare in riferimento al progressivo sviluppo del Sistema Nazionale di Valutazione.

Rispetto a tali considerazioni “storiche” ci sembra di scorgere, nelle disposizioni normative che qui commentiamo, un rafforzamento di tale tendenza alla funzione giuridico-amministrativa degli Dirigenti Tecnici con Funzioni Ispettive, rispetto a quella di interpreti e promotori della Ricerca Educativa (consulenza, promozione innovativa, monitoraggio, valutazione) in rapporto diretto con le scuole autonome da un lato e con la direzione politica e amministrativa del sistema dall’altro (il Ministero).
Tale tendenza ci sembra confermata dalla composizione delle commissioni degli esami di concorso, In particolare:

  1. La (precedente) presenza di tre docenti universitari (dai pedagogisti agli esperti delle didattiche disciplinari per la secondaria, agli esperti di comparata degli ordinamenti) viene sostituita con “tre membri scelti tra i dirigenti del Ministero dell'istruzione che ricoprano o abbiano ricoperto un incarico di direzione di uffici dirigenziali generali”
  2. In alternativa si potrà scegliere tra “i professori di prima fascia di università statali e non statali, i magistrati amministrativi, ordinari e contabili, gli avvocati dello Stato o i consiglieri di Stato aventi documentata esperienza nei settori della valutazione delle organizzazioni complesse o del diritto e della legislazione scolastica”
  3. Viene confermata la presenza di un Dirigente Tecnico con Funzioni Ispettive
  4. Viene confermata la presenza di un Dirigente Amministrativo di livello non generale del Ministero dell’Istruzione.
    Ci permettiamo per altro di far notare che, nei concorsi per dirigenti amministrativi per il Ministero dell’Istruzione, non vi sia nelle commissioni presenza alcuna di Dirigenti Tecnici, e dunque con le competenze specifiche relative allo specifico “servizio pubblico da produrre”.

Ci colpisce in particolare l’articolazione del primo punto sia pure con la possibile variegata scelta tra “dirigenti generali” del Ministero dell’Istruzione e/o altre figure (dai docenti Universitari, alla Avvocatura dello Stato, ai Consiglieri di Stato).  

L’esperienza degli anni più recenti ci pare testimoniare che se si pone come prevalente la declinazione giuridico-amministrativa (pur nella sua importanza) si mortifichi proprio la possibilità di affrontare problemi cogenti che la nostra scuola attraversa e che richiederebbero uno sviluppo importante degli elementi della Ricerca Educativa più sopra richiamati e della funzione essenziale che in tale dimensione dovrebbero esercitare dei Dirigenti Tecnici con Funzioni Ispettive.

Solo per citarne i più rilevanti:

  • Lo sviluppo del Sistema Nazionale di Valutazione richiede e richiama una diffusione della “cultura della valutazione” (formazione più che necessaria e urgente rispetto alla cultura professionale più diffusa tra i docenti) e un coinvolgimento ravvicinato delle scuole sia nelle fasi relative alle rilevazioni nazionali, sia nella esplorazione del rapporto tra la valutazione realizzata dei docenti e i risultati delle rilevazioni.
    Una sorta di “fidelizzazione” tra INVALSI, SNV e Scuole, che necessita di indispensabili “mediatori sul campo”.
  • Lo sviluppo della innovazione didattica e pedagogica deve essere raccordato ad una ricerca sul campo che coinvolge le scuole come soggetti e protagonisti con le metodologie proprie della “ricerca sociale”.
    Ricerca, formazione, innovazione, monitoraggi, verifiche sono attività connesse ad un profilo dei Dirigenti Tecnici con funzioni Ispettive che non può essere ridotto alla mera dimensione giuridico-amministrativa.
    Per esempio l’esperienza più recente innescata dalla pandemia e dalla necessità “oggettiva” di misurarsi con l’e-learning (significativamente e riduttivamente ribattezzato “didattica a distanza”) e la dialettica radicale innescata sovrapponendo tentativi di costruire sul campo competenze specifiche, “arrangiamenti” impropri di trasferimento di didattiche tradizionali su base informatica, o negazione radicale di ogni valore de l’e-learning, ha mostrato in tutta la sua consistenza la necessità di una attiva e competente presenza di consulenza, indirizzo, monitoraggio e scelte consapevoli rispetto alla innovazione necessaria e sperimentata.
  • Come mostrano con evidenza le serie storiche dei risultati delle rilevazioni dell’INVALSI, tra le istituzioni scolastiche vi sono livelli differenziazione stratificata per aree geografiche, indirizzi, localizzazioni territoriali e sociali con valori di variabilità che in qualche caso tendono a invalidare il significato stesso del termine di “sistema di istruzione”.
    L’impegno a ridurre la variabilità (di risultati, di risorse professionali, di efficacia ed efficienza di operatività…) per garantire la eguaglianza nell’esercizio del diritto di istruzione per i cittadini, richiede una forte articolazione operativa locale alla quale dedicare il lavoro dei Dirigenti Tecnici con Funzioni Ispettive con i caratteri richiamati più volte nelle argomentazioni precedenti.
  • Infine, a rinforzo della necessità di tale interpretazione del ruolo sta anche la evidenza, via via più segnalata e diffusa nella consapevolezza generale, della problematica della inclusione in tutti i suoi aspetti.
    Parallela e speculare ad essa quella contraria del potenziale di “esclusione” esercitato dal sistema scolastico italiano: sia attraverso la selezione esplicita, sia attraverso gli abbandoni, la quantità di giovani che non completa gli studi è molto alta (significativamente più elevata degli obiettivi/limite definiti a livello internazionale). E testimonia proprio dei limiti operativi e reali nelle garanzie di esercizio del diritto all’istruzione.

 

Vi è la fondata preoccupazione che con la caratterizzazione che assume la composizione della Commissione d’esame, il profilo del Dirigente tecnico con Funzioni Ispettive venga interpretato secondo una declinazione fortemente giuridico-amministrativa a scapito delle dimensioni tecnico-professionali evidenziate sopra.

Egregio signor Ministro, con le note precedenti abbiamo tentato di motivare le nostre preoccupazioni relative ai limiti della nuova normativa per la realizzazione del concorso ispettivo.
Sottolineiamo in particolare l’argomentazione di merito relativa alle necessità e priorità che dovrebbero caratterizzare il repertorio di competenze del corpo ispettivo e il contesto del loro esercizio operativo in connessione prossimale con la operatività concreta delle Istituzioni scolastiche da un lato, e il rapporto sia con l’Amministrazione che, soprattutto, con i modi, i soggetti, le esperienze della Ricerca Educativa.
Riteniamo che queste riflessioni siano importanti ed essenziali per la concreta definizione dei contenuti del Concorso, per l’impostazione delle prove concorsuali e gli indirizzi da assegnare al lavoro delle stesse Commissioni di esame.
Certi della sua sensibilità sull’intera problematica qui sviluppata, siamo disponibili ad ogni eventuale interlocuzione.

Italo Bassotto                                      itbassot@tin.it
Franco De Anna                                 l_ispettore@yahoo.it
Raffaele Iosa                                      iosaraffaele@gmail.com
Mario Maviglia                                    mario.maviglia@gmail.com