Associazione professionale Proteo Fare Sapere
19 novembre 2020

Senza rispetto, di Dario Missaglia

Chi, per le più svariate ragioni, abbia dovuto leggere o consultare normative del Ministero dell’istruzione o la legislazione, nazionale o regionale, del settore, sarà incorso inevitabilmente nella dicitura “fatta salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche” o “nel rispetto della autonomia delle istituzioni scolastiche”.

Quasi un refrain a ricordare che dal 2001 l’autonomia scolastica è divenuta norma costituzionale. Peccato che da allora tutta la delicata e complessa operazione, che avrebbe dovuto dipanare i nodi politici e istituzionali, sia rimasta irrisolta, con il carico di contraddizioni e limiti che ben conosciamo.

Ma almeno quel refrain era una sorta di monito: prima o poi quei nodi andranno sciolti, pena vanificare le prospettive dell’autonomia scolastica e la realizzazione di una parte importante del dettato costituzionale. Era come un appuntino che si trascina di legislatura in legislatura in attesa…

La pandemia ha fatto esplodere anche questa contraddizione. Tutte le questioni irrisolte dell’assetto istituzionale dello Stato, tutte le ambiguità di un supposto federalismo perseguito per dividere il Paese e non per unificarlo, sono apparse evidenti proprio nel momento in cui il Paese avrebbe bisogno di unità, coordinamento, sforzo comune di tutte le autonomie, dal centro alle istituzioni del territorio, per governare una fase difficilissima della nostra storia. Solo il Presidente Mattarella pare impegnato senza tregua a cercare di rammendare il fragile tessuto istituzionale del Paese; e lo fa con ammirevole energia, ricorrendo al monito autorevole e alla propria capacità di iniziativa come Capo dello Stato.

Poiché siamo tra gli estimatori di tanto impegno, lasciamo volentieri fuori di noi polemiche che sarebbe fin troppo facile evocare rispetto a un regionalismo controverso, al radicarsi di questo improprio e illegittimo ruolo di “governatori, ” alla crisi dei presidi partecipativi sul territorio che è in larga parte la vera debolezza del Paese anche nel contrasto e nella prevenzione alla diffusione del virus.

Ma certo, non meno di questi problemi, fa davvero impressione vedere come persino il “nel rispetto della autonomia delle istituzioni scolastiche”, sia stato spazzato via con la più sorprendente superficialità. Presidenti di regione e sindaci, hanno di volta in volta deciso da un giorno all’altro la chiusura delle scuole, tutte o in parte, senza neppure prendere in considerazione quel “rispetto” della autonomia delle istituzioni scolastiche del loro territorio. Qualcuno di questi primi cittadini ha dedicato almeno qualche ora per consultare i consigli di istituto, i dirigenti scolastici, le organizzazioni sindacali della scuola?  Se ciò è accaduto da qualche parte, vi preghiamo di segnalarcelo perché vorremmo davvero valorizzare le pratiche positive, per capire se qualcuno abbia ricordato quel “nel rispetto” o “fatta salva”. Di recente, nel corso di un Ufficio nazionale di presidenza, il nostro Gianni Carlini ha proposto una borsa di studio promossa da Proteo, per chi intendesse raccogliere tutte le delibere e gli atti formali di sindaci e presidenti di regione che hanno deciso di chiudere le scuole. Ne potrebbe emergere un quadro interessante dal punto di vista politico e istituzionale. Io rilancio da questa pagina la proposta, perché a tempo debito, magari dismessa la mascherina, una riflessione attenta, per non dimenticare e riprendere il percorso dell’autonomia, andrà fatta e la lettura di questo materiale sarebbe di indubbia utilità.

A proposito, ci piacerebbe che tra coloro che non dimenticano, ci fosse anche la Ministra Azzolina. Lo diciamo non solo senza polemica ma anzi apprezzando la sua decisione di esporsi nel conflitto con quanti hanno deciso di chiudere le scuole con modalità molto discutibili, sottolineando il valore enorme, proprio in questa fase, di fare il possibile per tenere le scuole aperte, in sicurezza certo, ma aperte. Abbiamo colto, apprezzandolo, il cambiamento di approccio alla dad, finalmente ricondotta a una necessità emergenziale da superare non appena possibile. Ci piacerebbe anche sentire, dalla Ministra stessa, che nessuno dovrebbe dimenticare quei “nel rispetto” e “fatta salva”. Che stavolta sarebbe, molto di più del solito, vecchio refrain.

 

Dario Missaglia